Sono stati annunciati i finalisti che si contendono l’ambita cinquina dei David di Donatello come miglior documentario italiano del 2019. I membri della commissione Pedro Armocida, Guido Albonetti, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Paola Jacobbi e Giacomo Ravesi hanno scelto i seguenti titoli:
Questi invece erano quelli dello scorso anno:
“Arrivederci Saigon” di Wilma Labate, “Beautiful Things” di Giorgio Ferrero, “Camorra” di Francesco Patierno, “Country for Old Men” di Stefano Cravero e Pietro Jona, “Friedkin Uncut” di Francesco Zippel, “Funeralopolis – A Suburban Portrait” di Alessandro Redaelli, “Il club dei 27” di Mateo Zoni, “Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul” di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, “L’arte viva di Julian Schnabel” di Pappi Corsicato, “La Convocazione” di Enrico Maisto, “La strada dei Samouni” di Stefano Savona, “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, “Sarà il caos – It Will be Chaos” di Lorena Luciano e Filippo Piscopo, “Treno di parole – Viaggio nella poesia di Raffaello Baldini” di Silvio Soldini, “What You Gonna Do When the World’s on Fire?” di Roberto Minervini
La cinquina fu poi:
- Santiago, Italia, regia di Nanni Moretti (VINCITORE)
- Arrivederci Saigon, regia di Wilma Labate
- Friedkin Uncut, regia di Francesco Zippel
- L’arte viva di Julian Schnabel, regia di Pappi Corsicato
- La Strada dei Samouni, regia di Stefano Savona
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